Nei primissimi anni del settecento (secondo documenti citati da E. M. Giani nel suo prezioso libretto “Gli oratori di S. Donato, S.Eurasia, Madonna in Campagna” 1988) i Sacconaghesi decisero di costruire una chiesetta nelle vicinanze di un luogo dove già da due o tre secoli stava una cappelletta della Madonna (un Gesiö nel nostro dialetto, italianizzato gesiolo su vecchi documenti).
Trasportarono nella nuova chiesetta un modesto dipinto che richiamava l’ attenzione e la devozione alla Vergine addolorata di chi percorreva la strada in Longù ( un toponimo sinaghino che incontriamo già su antiche carte) per andare a Ferno, Lonate fino a Sesto Calende verso il Lago Maggiore.
Era parroco il rev. Giovanni Stefano Custodi, un bustocco, che nel 1704 prese carta e penna (di oca, naturalmente) e scrisse al suo superiore che venisse a benedire l’oratorio “ultimato di recente e costruito sul luogo chiamato Longù …) provvisto di tutti i requisiti necessari per la celebrazione della Messa”. ( come trascritto dal libretto citato da Giani).
Venne gente importante del clero e anche il console di Busto Arsizio Carlo Crespi.
Era il 25 Marzo giorno di Pasqua e fu subito deciso di celebrare una festa di questa chiesetta la seconda Domenica dopo quel Santo Giorno: la festa della Madonna in Campagna; per la verità era molto più piccola di come la vediamo adesso: consisteva solo nella parte absidale, ossia il luogo dove c’è l’ altare.
A quei tempi stava veramente perduta nei campi: 307 anni fa il paese di Sacconago finiva, a ponente, con la piazzetta di S. Donato, che in realtà era un prato.
Ma ancora fino alla metà del secolo scorso il nome le si appropriava: l’ abitato finiva in fondo a via padre Reginaldo Giuliani. Lì stava d’angolo, a spartire l’ inizio di via Speranza con la via Madonna in Campagna, l’ osteria dul Giuanèla poi, subito dietro, la strada si faceva stradina (una straèla) e, lasciato a sinistra alcuni cascinali, già fiancheggiava di siepi si stringeva alquanto fino ad aprirsi improvvisa sulla meraviglia della Madonna in Campagna.
E qui, pensando a questa chiesina, che dopo il restauro recente ci appare così bella e così dolce, possiamo dipanare i fili della memoria, conservata dai luoghi.
Qui sono venute a pregare generazioni di sacconaghesi. Qui i contadini che tornavano dai campi spingendo carrette stracolme di erba medica e di trifoglio per le bestie, sostavano a prendere fiato e attraverso le piccole grate lasciavano correre un pensiero…
Dalle stradine che portavano qui sotto – vere e proprie gallerie di robinie - venivano le nostre donne in piccole compagnie recitando rosari; scorrevano le dita sui neri grani fatti di povere carrube ma le labbra mormoravano preziose Ave Maria.
Copyright Bustocco.com 2020