Pillole Bustocche 5 - Ul Barbelátu
29 giugno 2024
In tutte le civiltà, tutti i contesti, tutte le città o paesi, fra i tanti dualismi (ricco-povero, contadino-artigiano, e via discorrendo), c'è un dualismo duro a morire: istruito e illitterato (per usare due eufemismi !)
A Busto non mancarono certo i secondi, ma decisamente più diffusi - come ovunque - erano gli illitterati.
Questi ultimi, a volte zotici ignoranti, erano però altrettanto spesso muniti della saggezza popolare, dell'esperienza fornita da vite grame e fatte di stenti e difficoltà.
Che appartenessero alla categoria illitterati-zotici o illitterati-saggi, entrambi erano concordi nel diffidare dagli intellettuali.
Non che questi ultimi nutrissero sempre grande considerazione delle loro controparti 'ignoranti', anzi !
Insomma, un classico quadretto del mondo, diviso in due fazioni.
E' cambiato qualcosa ai giorni nostri ? non direi proprio !
Ma veniamo dunque all'oggetto della pillola odierna.
Ul barbelatu
Chi era costui ? Nella visione diffidente nutrita da parte degli illitterati, le loro controparti intellettuali meritavano questo appellativo, che non aveva nulla di amichevole nè di rispettoso.
Avete dunque capito che il barbelatu era uno che aveva studiato.
Chisti chì hin rasón da barbelati !. Sono discorsi da 'intelligentoni'.
Detto con tutta la poca stima possibile verso chi si dedica troppo alle cose teoriche e al pensiero fine, invece di darsi da fare con le mani.
Ma che senso ha questo 'simpatico' termine ?
Ebbene, ul barbèll niente altro è che la bazza, ossia il mento.
Dunque gli 'intelligentoni' erano dotati di un grande mento ? Ovviamente no !
Essi però, essendo avvezzi a fare lunghi, articolati e convincenti discorsi, per lo più - nella visione degli illitterati - finalizzati proprio a gabbare il volgo, ovviamente muovevano di continuo... la bazza.
Per parlare, si deve continuamente muovere il mento ossia ul barbèll.
Ecco dunque che i gran parlatori diventano i barbeláti ossia appunto quelli che muovono continuamente ul barbèll.
In tutte le civiltà, tutti i contesti, tutte le città o paesi, fra i tanti dualismi (ricco-povero, contadino-artigiano, e via discorrendo), c'è un dualismo duro a morire: istruito e illitterato (per usare due eufemismi !)
A Busto non mancarono certo i secondi, ma decisamente più diffusi - come ovunque - erano gli illitterati.
Questi ultimi, a volte zotici ignoranti, erano però altrettanto spesso muniti della saggezza popolare, dell'esperienza fornita da vite grame e fatte di stenti e difficoltà.
Che appartenessero alla categoria illitterati-zotici o illitterati-saggi, entrambi erano concordi nel diffidare dagli intellettuali.
Non che questi ultimi nutrissero sempre grande considerazione delle loro controparti 'ignoranti', anzi !
Insomma, un classico quadretto del mondo, diviso in due fazioni.
E' cambiato qualcosa ai giorni nostri ? non direi proprio !
Ma veniamo dunque all'oggetto della pillola odierna.
Ul barbelatu
Chi era costui ? Nella visione diffidente nutrita da parte degli illitterati, le loro controparti intellettuali meritavano questo appellativo, che non aveva nulla di amichevole nè di rispettoso.
Avete dunque capito che il barbelatu era uno che aveva studiato.
Chisti chì hin rasón da barbelati !. Sono discorsi da 'intelligentoni'.
Detto con tutta la poca stima possibile verso chi si dedica troppo alle cose teoriche e al pensiero fine, invece di darsi da fare con le mani.
Ma che senso ha questo 'simpatico' termine ?
Ebbene, ul barbèll niente altro è che la bazza, ossia il mento.
Dunque gli 'intelligentoni' erano dotati di un grande mento ? Ovviamente no !
Essi però, essendo avvezzi a fare lunghi, articolati e convincenti discorsi, per lo più - nella visione degli illitterati - finalizzati proprio a gabbare il volgo, ovviamente muovevano di continuo... la bazza.
Per parlare, si deve continuamente muovere il mento ossia ul barbèll.
Ecco dunque che i gran parlatori diventano i barbeláti ossia appunto quelli che muovono continuamente ul barbèll.
Devo dire con grande franchezza che nessun letterato avrebbe potuto creare un neologismo (ossia una parola nuova che prima non esisteva) altrettanto efficace come quello creato dai nostri 'zotici' nonni bustocchi.
A mio parere, individuare una parola perfetta per indicare una 'categoria' di persone, non già basandosi sul contenuto di ciò che andavano cianciando continuamente, ma dal movimento della bazza che di tali discorsi era necessario strumento, dimostra una capacità di osservazione ed un livello di vivacità mentale certamente non inferiore a quello dei...barbelati che pure si volevano indicare con un termine poco amichevole.
Se ci pensate, è offensivo quanto basta per... non diventare veramente offensivo !
Il che è chiaramente figlio del tempo: offendere un intellettuale poteva costare caro, in quella società.
E così si individuò un termine che fosse - sì - dispregiativo, ma senza ricorrere alle volgari espressioni che pure anche all'epoca non mancavano.
Saggezza ed equilibrio, dunque.
Doti che non sono frutto degli studi, ma di umanissima arte di sapersi destreggiare nelle difficoltà del mondo !
A mio parere, individuare una parola perfetta per indicare una 'categoria' di persone, non già basandosi sul contenuto di ciò che andavano cianciando continuamente, ma dal movimento della bazza che di tali discorsi era necessario strumento, dimostra una capacità di osservazione ed un livello di vivacità mentale certamente non inferiore a quello dei...barbelati che pure si volevano indicare con un termine poco amichevole.
Se ci pensate, è offensivo quanto basta per... non diventare veramente offensivo !
Il che è chiaramente figlio del tempo: offendere un intellettuale poteva costare caro, in quella società.
E così si individuò un termine che fosse - sì - dispregiativo, ma senza ricorrere alle volgari espressioni che pure anche all'epoca non mancavano.
Saggezza ed equilibrio, dunque.
Doti che non sono frutto degli studi, ma di umanissima arte di sapersi destreggiare nelle difficoltà del mondo !