Pillole Bustocche 2 - Ul legua

26 maggio 2024

Fermi fermi... la lepre → a légua.
Cosa è sta storia ?

Partiamo dalla lingua base per tutti gli idiomi italici: il latino. in latino lepre è:

lĕpŭs - leporis, sostantivo maschile III declinazione

Si avete letto bene: sostantivo maschile
Nel Toscano medioevale, che diverrà in seguito per scelta politica, lingua unitaria della penisola, il lemma lepre diviene femminile.
Occorre un breve studio su un elemento della grammatica italiana che le nuove generazioni del politicamente corretto hanno dimenticato in nome dell'ideologia .... Stiamo parlando dei nomi detti di genere promiscuo che si riferiscono ad animali che hanno solo una forma – o maschile o femminile – per indicare tanto il maschio quanto la femmina.
Es.: l’aquila, la giraffa, la pantera, la volpe, la balena, il corvo, l’usignolo, la volpe.
Per distinguere, in questi casi, il genere “naturale” dobbiamo aggiungere la parola "maschio" o "femmina":
  • ° la volpe maschio – la volpe femmina
  • ° l’aquila maschio – l’aquila femmina
  • ° la balena maschio – la balena femmina
  • ° la giraffa maschio – la giraffa femmina
  • ° la pantera maschio – la pantera femmina
e così via.
Una altra modalità per distinguere il genere naturale è la seguente:
  • ° il maschio della volpe – la femmina della volpe
  • ° il maschio del leopardo – la femmina del leopardo
  • ° il maschio della lepre, la femmina della lepre.

  • Ci sono dei nomi zoologici che possono essere maschili e femminili, e quindi dobbiamo adoperare sempre la medesima forma:
    il serpe – la serpe, il lepre – la lepre.
    Tuttavia non è detto che la forma maschile si usi solo per il maschio e la forma femminile solo per la femmina.
    E così abbiamo:
    ° il lepre (maschio) e anche il lepre (femmina)
    ° la lepre (maschio) – la lepre (femmina)
    ° il serpe (maschio) – il serpe (femmina)
    ° la serpe (maschio) – la serpe (femmina).

    Dunque, l'imprecisissima lingua italiana fa una gran confusione, perchè anzichè prendere la parola latina e farne il medesimo uso che ne facevano gli antichi, con la comparsa dell'articolo (maschile e femminile, una invenzione tardo antica), si viene a creare una gran confusione.
    Con la (recente) contaminazione del bustocco da parte dell'Italiano, il bustocco perde la propria precisione e si viene a inserire nella nostra lingua il medesimo errore metodologico dell'Italiano: in questa ultima lingua, infatti, si usa prevalenteente la forma al femminile per indicare tutte le lepri (maschi e femmine).
Complice la terminazione in -a della parola bustocca (legu-a), si venne a generare il malinteso culturale, e così nell'avanzato '900 tutti noi abbiamo sentito dire: "A legua".

Ma i bustocchi antichi non erano dello stesso avviso. Essi tramandarono nella loro lingua la parola latina Leporem (accusativo singolare di Lepus) che si evolse nella forma legua,

 Essi conservarono il genere maschile come era nel latino antico. E fino a tutto il XIX secolo si sentiva dire "ul legua".
Lo stesso Carlo Azimonti, nella sua opera Cucina bustocca ci riporta la ricetta deella lepre precisando: la lepre, o meglio, il lepre. Trattandosi, appunto, di ricetta culinaria tradizionale, come potremmo dire dei brusciti e dello stüá in conscia, l'Azimonti riportò il nome della ricetta come tramandato da generazioni, ossia al maschile. Il nome della ricetta non era stato contaminato dall'italianismo !
Ecco dunque spiegato perchè il bustocco 'vero' e tradizionalista dovrebbe pronunciare ul legua e non a legua.



Il Lepre in un disegno di Edouard Merite


Note di Mario Colombo
  • ° Lepre: nei dialetti veneti e trentini è maschile (Mario Rigoni Stern, nei suoi racconti, scrive sempre “il lepre”).
  • ° In Val di Fiemme (con mia moglie parlo il dialetto di Ziano): géore, m.
  • ° Nel dialetto di Cuirone (Vergiate), che io ho imparato prima del borsanese, 70 anni fa si diceva “la légura”, femminile, ma anche “ul léghur”, maschile (che credo scomparso).
  • ° Cherubini scrive sia “la légor”, sia “la legora”, ma sempre femminile (plurale “i légur”, che resta femminile).

    Nelle lingue neo-latine:
  • ° Romeno: iépure, lépurele, m.
  • ° Catalano llebre, f.
  • ° Spagnolo: liebre, f.
  • ° Portoghese: lebre, f.
  • ° Francese lièvre, m.
  • ° Ladino lièver m., leo m. (Gardena: liever; Badia: lou; Marebbe: leo; Fassa: gẹver o liẹver).
  • ° Reto-romancio: liéur, m. e lèivra, f.