San Biagio e la benedizione della gola e del pane a Busto Arsizio

San Biásu e ul má da gúa

Spesso in passato si attribuivano ai Santi specifiche doti di guaritori o comunque di protettori di determinati organi o determinati mestieri. Santa Lucia per gli occhi, San Biagio per la gola, data la tradizione secondo cui, prima di esser martirizzato, il Santo avrebbe guarito un ragazzo che aveva la gola attraversata da una spina di pesce.
Il mal di gola era (come oggi del resto) onnipresente in inverno, e dunque si attendeva la festa di San Biagio e relativa benedizione della gola con grande apprensione.
Si formavano croste in gola (angina oppure placche batteriche) che venivano rimosse dal passaggio di un robusto boccone di pan crüscón, ruote di pane giallo che, assieme a qualche (più morbido) michén, venivan portate alla benedizione alla messa mattutina di San Biagio.
Il crüscón portava via, ruvido e duro come era, le croste dalla gola, e il michén ripuliva la gola nel caso sanguinasse dopo il passaggio del pane più duro.


Il pane giallo, composto con mistura di farina di Mais

La mattina di San Biagio ci si trovava tutti in chiesa con pane legato nel mantén o nel sügamàn, che venivan slegati per raccogliere la benedizione, con – puntuale – qualche caduta delle ruote di pane a terra e relativo rotolamento sul pavimento della chiesa. Se a questi aggiungiamo il rabèl provocato dai ragazzi, possiamo ben immaginare quale atmosfera caotica regnasse in chiesa.
A quei tempi era proibito portare dolciumi: solo pane !
I contadini avevano a cuore il bestiame come i propri figli e dunque la benedizione che valeva per le persone andava estesa agli animali. Così si dava da mangiare un pezzo di pane benedetto anche agli animali.
Esempio di quella fedáscia popolare tipica della nostra gente: magari non proprio “ortodossa” ma certamente viva e genuinamente (e ingenuamente) sentita.


Il miracolo di san Biagio
attribuita a Marco Benefial 1684-1764

Della vita di San Biagio si conosce poco. L’agiografia di Camillo Tutini, che raccolse numerose testimonianze tramandate oralmente, ci racconta che Biagio fu medico e poi vescovo di Sebaste in Armenia. Il Suo martirio avvenne durante le persecuzioni avvenute nel 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatore d'Occidente, Costantino, e d'Oriente, Licino.
Catturato dai Romani fu picchiato e, si dice, scorticato vivo con dei pettini di ferro, normalmente utilizzati per cardare la lana. Infine fu decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo.
Si tratta di un Santo conosciuto e venerato sia in Occidente che in Oriente. Avrebbe compiuto numerosi miracoli nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, fra cui quello per cui è passato alla storia, la guarigione di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo è invocato per la protezione dal mal di gola.

(Liberamente ispirata da scritti di Carlo Azimonti)

(Enrico Candiani)